Storia dell’Equitazione

Introduzione

La domesticazione del cavallo e la sua utilizzazione è stata sicuramente favorita da una caratteristica anatomica degli equidi: fra i denti incisivi ed i molari presentano una zona, detta barre, in cui la gengiva è libera. E’ un punto particolarmente sensibile. Ad un certo punto della sua evoluzione, l’uomo scoprì che, infilando fra le barre del cavallo un oggetto di legno, di cuoio, di corno e successivamente di metallo, ed esercitando su quell’oggetto una pressione tramite delle redini, il cavallo diventava controllabile: lo si poteva far girare a destra o a sinistra e lo si poteva fermare. Anche se nessuno ci pensa più, quella scoperta fu una delle più importanti della storia. Da quel momento in poi, le popolazioni che conoscevano questa “tecnologia” e che grazie ad essa erano in grado di controllare ed utilizzare il cavallo diventarono le popolazioni dominanti.

 

4500  a. C.

A quest’epoca risalgono ritrovamenti di resti ossei di cavalli, datati con il carbonio C14, sepolti insieme a manufatti, come per esempio un morso in corno di cervo . Da qui inizia l’avventura di addomesticamento del cavallo, ad opera di pastori che abitavano l’attuale Ucraina. Ma un conto è montare sul dorso di un cavallo e farsi trasportare più o meno velocemente, obbedendo al solo istinto e imitando la pratica già acquisita da altri, un conto è elaborare mentalmente un modo di montare e di addestrare il cavallo. Lasciando da parte gli unici trattati equestri di Senofonte (scritti dopo il 400 a.C.), i primi metodi di addestramento iniziano a comparire nella  seconda metà del Cinquecento in Italia, a Napoli per la precisione.

 

 

Kikkuli il Mitanno

(1.350 a.C.)

A lui risale il primo manuale sul cavallo a noi pervenuto.

Ha scritto : “La cura e l’alimentazione del cavallo da carro”

 

Simone l’Ateniese

(Grecia, 480 a.C.)

Ha scritto sull’anatomia del cavallo e la sua selezione. Gli ippiatri erano i medici dei cavalli, che oggi identifichiamo con il termine veterinari. L’etimologia di veterinario è discussa: deriva senza dubbio dal latino veterina, che era un animale da soma, e gli antichi collegavano questo termine al verbo “vehere”, trasportare, ma probabilmente deriva invece da “vetus”, vecchio, riferito a cavalli invecchiati non più adatti alla corsa ma ancora utili per il trasporto.

Ha detto : “L’equitazione è come la danza per cui come non si insegna la danza ad un ballerino con una frusta, parimenti non si addestra un cavallo con la violenza!”

Ha scritto : “Peri Ippikés” 

Senofonte

(Atene, 430 - 355 a.C)

Ha scritto il più antico e più noto manuale in cui è trattato anche il modo di montare a cavallo . Il trattato di Senofonte è anche considerato uno dei primi lavori che descrivono i principi del dressage classico, compreso la raccomandazione di utilizzare una tecnica di addestramento senza dolore. Una delle qualità più importanti del cavallo, scrive Senofonte, è di avere una schiena muscolosa. Il suo metodo descritto, si asteneva dall’utilizzare la forza per forzare il cavallo ad obbedire.

Ha detto : «Ammorbidire l’incollatura con la decontrazione della bocca.»                  

«Il cavallo farà tutto ciò che vorremo ma si aspetta una ricompensa.»  

«Quello che viene ottenuto con costrizione e senza essere capito, non è mai bello.»

“Una delle qualità più importanti del cavallo è di avere una schiena muscolosa.”

Ha scritto : Ipparchio”   -   “Perì Hippichés”

Federico Grisone

(Napoli, 1492 - 1561)

L'equitazione accademica  nasce durante il Rinascimento e proprio in Italia ma bisogna ricordare che storicamente è arrivata dagli scudieri bizantini emigrati a Napoli dopo la fine nel 1453 dall'Impero Romano d'Oriente dopo la conquista di Costantinopoli da parte di Maometto II.  Con Grisone abbiamo la prima trattazione completa di tecnica equestre in cui si evincono metodi alquanto coercitivi dovuti alla freddezza del cavallo dell’epoca ancora del tipo piuttosto pesante. Questo gentiluomo napoletano studiò attentamente i trattati di Senofonte ed aprì nel 1532, a Napoli, una scuola dove insegnava ai figli dell’aristocrazia napoletana l’arte dell’equitazione. Il suo insegnamento ebbe un grande successo e il fior fiore dell’aristocrazia europea corse a formarsi da lui. Il coronamento della sua carriera fu la pubblicazione del suo trattato, accolto con un entusiasmo parzialmente immeritato, poiché ripete quasi parola per parola quello di Senofonte. Inoltre, dove i greci raccomandavano il rispetto e la leggerezza, egli, diversamente,  ricorreva molto a metodi brutali, ed aveva inventato tutta una serie di imboccature e altrettanti strumenti di tortura. Ciò nonostante, la sua scuola d’equitazione esercitò un’influenza decisiva sulla diffusione dell’arte equestre classica. Il trattato di Grisone, tra il 1550 e il 1623, venne stampato in ventuno edizioni italiane, quindici tradotte in francese, sette in tedesco, sei in inglese e una in spagnolo. Questa opera darà inizio all’equitazione di Alta Scuola. Nel 1561 questo libro venne portato in Francia, dove Antoine de Pluvinel,  maestro di equitazione di Luigi XIII, fece proprie le idee, ma adattandole a modo suo. 

Ha scritto : “Gli ordini di cavalcare”

 

Giovan Battista Pignatelli

(Napoli, 1525 – 1590)

A lui viene ascritta l’invenzione del capezzone, del palo  e  dei pilieri. Secondo l’Hotte, fu inventore del morso snodato in tre pezzi, molto più dolce delle imboccature usate in quel tempo e conosciuto come morso alla Pignatelli. Non gli si attribuisce alcuno scritto, ma alcuni critici sostengono il contrario. Fu allievo di Grisone e maestro di Pluvinel con lui nasce la prima scuola d’arte equestre rinascimentale.

Ha detto :  “Se le briglie avessero di per se stesse la proprietà miracolosa di fare la bocca di un cavallo e di renderlo ubbidiente, il cavaliere e il cavallo sarebbero abili all’uscita del negozio di un costruttore di speroni”.

Ha scritto : “Bellissimi secreti de’ cavalli”

 

Cesare Fiaschi

(Ferrara, 1523 - 1592)

Iniziatore dei caroselli equestri accompagnati da musica, con l’intento di assimilare il tempo e l’armonia musicale alle andature e figure eseguibili a cavallo. Fu coetaneo di Grisone, maestro di Pignatelli e fondatore dell’ “Accademia di Ferrara”.

Ha detto : “Senza la cadenza e il ritmo non potrà mai essere fatto nulla di buono”

Ha scritto : “Trattato dell’imbrigliare,maneggiare e ferrare i cavalli”   

 

 

Claudio Corte

(Pavia, 1562)

Fu cortigiano di Elisabetta I° d’Inghilterra.

Ha detto : “Persi la salute  a causa degli studi compiuti e al fatto di aver trascurato di montare a cavallo e riacquistai la salute proprio rimettendomi a lavorare in sella .”

Ha scritto : “Il cavallarizzo”

 

Pasqual Caracciolo

(Napoli, 1566)

Ha detto : “L’ Imperatore Carlo V d’Asburgo, hauendo ottima conoscenza, e prattica di tutte le specie di caualli, e di tutte l’arti Caualleresche, sempre elesse per seruigio di persona i caualli Napolitani, come idonei ad ogni essercitio, e fattione.” …. “Ma se di tutti i caualli rarissimi sono quelli, che di tutte le conditioni necessarie adornati, e à tutti gli essercitij siano idonei; di tal lode i Napolitani soli veramente al più generale si trouan degni; perché al caminare, al passeggiare, al trottare, al galoppare, all’armeggiare, al volteggiare, e al cacciare hanno eccellenza, e sono di buona taglia, di molta bellezza, di gran lena, di molta forza, di mirabile leggierezza, di pronto ingegno, e di alto animo; fermi di testa, e piaceuoli di bocca, con ubbidienza incredibile della briglia; e finalmente così docili, e così destri, che maneggiati da un buon Caualiere, si muouono à misura, e quasi ballano.”

Ha scritto : “La gloria del cavallo”

 

Ottaviano Siliceo

(Foggia, 1598)

Ha detto : “Il primo mio maestro fu il Signor Giovan Battista Ferraro huomo raro nel saper cogliere un cavallo nel vero tempo.”

Ha scritto : “Scuola de’ cavalieri” 

 

Lorenzino Palmieri

Dedicò al Granduca di Toscana il suo trattato.

Ha scritto : “Perfette regole et modi di cavalcare”

 

Carlo Ruini

(Bologna, 1598)

Primo trattato illustrato sulla anatomia del cavallo.

Ha scritto : “Anatomia del Cavallo”

 

Salamon de la Broue

(Francia,  1552-1602)

Fu allievo del Pignatelli.

Ha detto :  “Mano dolce e ferma, azione delle gambe precisa priorità dell’assetto del cavaliere” ….“Dobbiamo fare attenzione a non umiliare il cavallo giovane che altrimenti perderà la sua socievolezza che come il profumo di un bocciolo, una volta perso non ritornerà mai più.”

Ha scritto : “La Cavallerie Francaise”

 

 

Antonie de Pluvinel

(Francia, 1555-1620)

Istruttore di 3 regnanti: Enrico III e IV, Luigi XIII . Frequenta per 6 anni la scuola del Pignatelli. Teorizza l’uso dei pilieri e le flessioni dell'incollatura  . Respinge i metodi brutali della scuola italiana ed  elabora un insegnamento dell'addestramento che, per grandi linee, è ancora attuale. Nato a Crest nel 1555, Pluvinel fu formato a Napoli nell'accademia fondata da Grisone, sotto l'autorità di Giovanni Pignatelli, e diventò direttore delle stalle del duca di Anjou. Nel 1594, fondò a Parigi una scuola destinata ai figli delle famiglie nobili e dei ricchi borghesi; oltre alla danza, la scherma o la pittura, vi si insegnava anche l'equitazione. L'insegnamento di Pluvinel si distingue da quello dei suoi maestri italiani con la dichiarazione di due principi fondamentali. Il cavallo dovrà essere considerato come un individuo. Con chiarezza stupefacente dimostra come ogni cavallo possiede proprie caratteristiche, difetti e qualità; in una parola: una propria personalità. Pluvinel raccomanda soprattutto di non ricorrere mai alla violenza, ma trattare i cavalli con rigore e disciplina, senza mai perdere fiducia nella superiorità tecnica dell'uomo: "che la bontà prevalga sulla forza... si deve punire un cavallo soltanto se la sua disobbedienza è figlia della pigrizia..." . Pluvinel è ricordato per avere rimesso in pratica i pilieri, tutt'oggi utilizzati a Vienna, nel manège della famosa scuola spagnola, che permettono di insegnare al cavallo non montato determinte figure ed esercizi. È per il re Luigi XIII che Pluvinel scrisse il trattato che porta il titolo "L'Instruction du Roy "  per il quale Crispin, di passaggio, tratteggio numerosi disegni di grande qualità estetica. L'autore morì quando non era ancora terminato il libro che apparve nel 1623 con il titolo di "Le Manège Royal". Un suo ammiratore Menou  de Charnisay, ritenendo che il vero pensiero del maestro non fosse stato sufficientemente rispettato, procedette al rifacimento completo del testo, pubblicandolo a sua volta con il titolo: “L'istruction du Roy en l'exercice de monter à cheval”.  Questo lavoro è  considerato, in un certo qual modo, come la bibbia della letteratura equestre.

Ha scritto : L'istruction du Roy en l'exercice de monter à cheval

Ha detto :   “La bontà deve prevalere sulla violenza, per cui si deve  punire un cavallo soltanto se il suo rifiuto è originato da pigrizia."

 

 

 

Giovan Battista Ferraro

(Napoli , 1560)

Padre di Pirro A. Ferraro e maestro di Siliceo. 

Ha scritto : Delle razze, disciplina del cavalcare, et altre cose pertinenti ad Essercitio così fatto" 

 

 

Pirro Antonio Ferraro

(Napoli,  1602)

Cavallerizzo di Filippo II re di Spagna come suo padre, fonda la “Real cavallerizza” di Napoli. Nel suo libro sono presentati discorsi notabili sopra briglie, antiche e moderne, sopratutto sopra alcune briglie ginette. Preziosi sono i disegni di briglie polacche e turche. Nell’ultima parte del libro, precedendo l'opera di Giovan Battista Ferraro, vi sono disegnate belle anatomie equine.

Ha scritto : “Cavallo Frenato”

  

 

 William Cavendish Duca di Newcastle

(Francia,  1592-1676)

Inglese di origine, esule in Francia quale oppositore dei Cromwell, fu inventore delle redini di ritorno.  Introduce elementi quali : “mano dolce e ferma”, “azione delle gambe” e "precisa priorità dell'assetto del cavaliere”. Fonda la scuola di Versailles, dove scompare definitivamente l'armatura che toglieva agilità al cavallo e al cavaliere, la posizione divenne più naturale e venne data grande importanza all'assetto tant'è che gli allievi per ben tre anni montavano senza staffe e speroni alla ricerca della corretta posizione e dell'insieme. Risponde a chi gli rimproverava una equitazione senza pratica utilità : "se l'uomo operasse solo per l'utile abiterebbe in tronchi cavi, vestirebbe di foglie, mangerebbe semi e acqua, in natura null'altro serve ad una bassa esistenza". 

Ha detto :  ”Il più celebre Scudiero che vi fu mai in Italia era a Napoli ed era Napoletano, di nome Signor Pignatelli, che nulla ha scritto”

Ha scritto : “Méthode et invention de dresser les chevaux”

     

 

 

Henri de La Tour d’Auvergne

(Francia, 1611-1675)

Fu Visconte di Turenne e Luigi XIV gli concesse l'onore postumo di essere seppellito nella Abbazia di Saint-Denis, ove venivano seppelliti i re di Francia. Napoleone Bonaparte aveva del Turenne grande considerazione e ne fece trasferire le spoglie nella chiesa di Saint-Louis des Invalides a Parigi. Ha detto : “Trema, Carcassa. Tremeresti di più se sapessi dove ti condurrò” . Carcassa era il nome del suo cavallo e avrebbe pronunciato questa frase lanciandosi nella battaglia di Salzbach il 27 luglio 1675. Battaglia dove fu colpito da una palla di cannone, cosa che gli costò la vita. Inizialmente ufficiale della scuola dei chevau-légers della guardia, fu designato da Lubersac come cavaliere principale del Manège della scuola militare di Parigi, fondata in 1751 che diresse fino alla sua chiusura nel 1788. Impose un'equitazione positiva ed economica, interamente imperniata sulla sua occupazione guerriera, “lontana dalle ricercatezze di maneggio che a nulla servono". Vuole soprattutto della base, della tuta, e modifica la posizione per più libertà. Per i cavalli, raccomanda l'audacia ed il penetrante, e dà la preferenza allo bridon sulla briglia. Per L’Hotte, fu il fondatore dell'equitazione militare francese.

 

 

Luois de Cazeaux de Nestier

(Francia, 1684-1754)

Maestro di  Louis XV, inventa il morso alla “Nestier” con aste più corte e cannone spezzato, più leggero e diverso da quello usato dal La Gueriniere  e  dal Pignatelli.  Ricordato per il suo perfetto assetto alla francese e per la sua preferenza per i cavalli “Limousine” ossia arabi-andalusi. Sceglieva e montava i cavalli personali del re. Bra vo nel montare i cavalli più difficili, è rimasto famoso per la sua posizione perfetta, all'esterno come nel maneggio.

  

 

 

Nicola e Luigi  Santa Paulina

(Padova, 1696 )

Amici di Galileo Galilei, hanno ideato alcuni celebri balletti a cavallo in occasione dell'arrivo della regina Cristina di Svezia a Roma. Furono i fondatori dell' "Accademia Delia" di Padova.

Hanno scritto : “L’arte del Cavallo”

 

 

 

Du Vernet du Plessis  “Duplessis”

(Francia, 1620-1696)

Definito da Saint Simon “primo uomo di cavallo del suo secolo".  Fondatore e iniziatore della migliore reputazione in Europa, del “Manège di Versailles”, la scuola che diventerà poi la culla delle tradizioni equestri della Francia.  Ebbe come allievo  Luigi XIV.

 

 

 

Capitano Pierre de Brignac

(Francia, 1618-1675)

Barone di Montarnaud , fu capitano di cavalleria al regimento di Balthazar nel 1648.  Sposò  Jeanne de Roux il 19 giugno 1667.

Ha detto :   «Per comprendere il baricentro del cavallo bisogna immaginare un tubo entro cui scorre una sfera di piombo. Prima di trovare la sua posizione d’equilibrio, la sfera oscilla alternativamente in un senso e nell’altro con spostamenti sempre più ridotti. »

Ha scritto : "Equitation pratique"

 

 

Pinter Von Der Aue

(Germania, 1664)

Ha detto : “Quando si monta un  cavallo non si cavalca solo il fisico ma anche la sua mente e la sua intelligenza.”

Ha scritto : “Pferdt Shatz”

  

Antoine de Vendeuil

(Francia, 1638-1705)

Dal 1690 diresse l'accademia d'equitazione di via dei Canettes che funzionava dal 1625. L’accademia fu diretta dal Mesmont nel 1647, poi da  Desroches nel 1689, e dopo di lui passò a suo figlio François-Anne de Vendeuil a partire dal 1705. Fu maestro diretto di La Gueriniere.

 

 

François Robichon de La Guérinière

(Francia, 1688-1751)

Caposcuola padre dell'equitazione francese; di ispirazione illuminista teorizza il piego e la spalla in dentro, enfatizzando elementi quali “grazia”,  “leggerezza” ed “equilibrio”.  Elimina dalla sella paletta e arcione rialzati. Fu maestro d'Accademia dal 1715 al 1730.

Ha detto :  “Tutti coloro che vogliono diventare cavalieri soprattutto devono concedersi il tempo  per acquisire la conoscenza e l’abilità necessari”

Ha scritto :  “L'école de Cavallerie”  1735   -   “Elements de Cavalerie"  1740

 

 

François de Salvert

(Francia, 1693 – 1757)

Fu cavaliere al maneggio del re di Francia per lunghi 33 anni dal 1718 al 1751. Ebbe due allievi: Il conte di Lubersac e Montfaucon di Rogles, la cui notorietà a noi è giunta meglio che la sua.

 

Conte di Lubersac

(Francia,  1713- 1767)

Direttore della scuola del Chevau-légers della Garde a Versailles. Una sua particolarità era di preparare i suoi cavalli esclusivamente al passo. Questo lavoro durava degli anni al termine dei quali il cavallo, perfettamente ammorbidito, era preparato a tutte le andature. Il suo tatto eccezionale gli permetteva di individuare già al passo, dove comunque si manifestano di meno, tutte le resistenze presentate dai suoi cavalli e di portarne rimedio. Il suo maestro fu François de Salvert.

 

Montfaucon de Rogles

(Francia,  1717-1760)

Il suo maestro fu François de Salvert. Enfatizza il lavoro alla lunghina Fonda la scuola di Saumur nel 1764 ed ancora esistente. A differenza della scuola di Versailles, non era una accademia, ma una scuola militare, che fu terreno di scontro tra due metodi; quello tutto personale ed assolutamente innovatore di Baucher, e quello tradizionale del Conte d'Aure. La diatriba fra i due metodi ebbe termine con l'avvento del comandante L'Hotte che razionalizzò i sistemi dell'equitare e dell'addestrare; a lui si deve la miglior sintesi di come si vuole avere il cavallo per mezzo dell'addestramento: calmo, in avanti, diritto. Direttore della scuola del Chevau-légers della Garde a Versailles  Secondo l’Hotte, "è il solo cavaliere che ha appartenuto alle stalle reali che, nel corso del XVIII secolo abbia scritto sull'equitazione con autorità".  In realtà, le due edizioni del suo trattato (1778 e 1810) rappresentano il solo documento scritto che definisce chiaramente e semplicità la dottrina insegnata al Manège di Versailles.

Ha scritto :  “Traité d'équitation”

 

 

 

Gaspard de Saunier

(Francia,1663-1748)

  Figlio di Jean de Saunier, veterinaro del Maneggio Reale. Nel 1681, all’età di 18 anni, prese lezioni di equitazione da  Bournonville e Duplessis, écuyers ordinari del Maneggio Reale, e più tardi dal maestro di La Guérinière, Mosineur de Vendeuil.  Nel 1688, Gaspard de Saunier divenne écuyer del Duca de Bourbon, e lo seguì in due campagne militari. Per riconoscimento dei suoi servizi, fu nominato nel 1690 capo dell’allevamento Reale a Saint-Léger, da Montfort-l’Amaury. Qualche anno dopo egli andò in guerra come écuyer del Conte di Montchevreuil, che fu ucciso a Neerwinden nel 1693 e il suo corpo fu salvato da Saunier che lo sottrasse alle mani dei nemici. Si ritirò dal servizio militare dopo la pace di Ryswick nel 1697. Organizzò l’allevamento di Montmirel-en-Brie per il suo nuovo impiego affidatogli dal Marchese di Courtanvaux, prima di diventare membro del Royal Stables. Nel 1702, Gaspard de Saunier partecipò ad altre tre campagne come écuyer per il generale Conte di Médavi. Nel 1706, egli uccise in duello il padre di Madame de Maintenon, che gli era debitore di un vecchio prestito. Si stabilì definitivamente a Leyden dove fondò nel 1734 un’accademia d’equitazione, l’Accademia Universitaria Gottinga  che lo rese famoso. Quando divenne vecchio passò la sua accademia al suo allievo Godefroy Boyer. Morì all’età di 85 anni.

Ha scritto :  “Les vrais principes de l'art equestre”   -  “L'art de la cavalerie"  

     

 

 

 

Claude Bourgelat

(Francia,  1712-1779)

   Cavaliere e veterinario francese. Fu il fondatore dei collegi veterinari a Lione e un'autorità in materia di cura dei cavalli, tanto da essere considerato il padre della medicina veterinaria equina in Francia. Bourgelat contribuì inoltre all'Encyclopédie di Diderot e d'Alambert, scrivendo numerose voci riguardanti i cavalli e la medicina veterinaria.

Ha scritto :  “Le Nouveau Newcastle” 1744

 

Luois Charles Mercier Dupaty De Clam

(Francia, 1720-1790)

Ha scritto : “La science et  l'art de l'equitation”

 

 

Jean François Brunet Conte di Neuilly

(Francia, 1723-1775)

Ecuyer fino al 1773 alla Scuola di Versailles, ecuyer ordinario del Re e capitano di cavalleria. I suoi allievi furono il Visconte d’Abzac e il principe di Lambesc, ultimo grande cavaliere della vecchia monarchia.

 

Friedrich Wilhelm von Seydlitz

(Germania, 1721-1773)

Generale prussiano che servì in cavalleria e si distinse nella guerra di successione Austriaca (1740–1748). Successivamente comandò tutta la cavalleria durante la guerra dei Sette Anni  (1756–63).

 

 

Jacques Aymable d'Auvergne

(Francia, 1729-1798)

Fu nominato écuyer en chef della scuola militarenel 1756. La sua tecnica differirà molto da quella di d’Aure e Steinbrecht che ricercheranno invece più appoggio sulle mani.

Ha detto : “ L’uomo di cavalli, con tutta la perfezione dell’arte, passa l’intera vita a correggere il difetto di linearità dell’asse, ossia a ricercare la rettitudine nel cavallo. ”

Ha scritto :    “Mémoire raisonné sur l’equitation”

 

 

Jean-François Ducroc de Chabannes

(Francia, 1754-1835)

Marchese di Chabannes e primo cavaliere non appena fu riaperta la scuola di Saumur nel 1815.  Fu  giudicato da Aubert come il  "Nestore dei cavalieri francesi".

Ha scritto :    “Cours Élémentaire Et Analytique D’Équitation, Ou Résumé Des Principes De M. D’Auvergne ; Suivi De Questions Et D’Observations Relatives Aux Haras."  - " Riassunto dei principi del signor d'Auvergne”

 

 

Francesco Filiberto Loubat Barone di Bohan

(Francia, 1751-1804)

Diresse il Manège dei Gendarmi rossi a Luneville.

Ha scritto :  “Esame critico del soldato francese”

 

Raoul François Charles Le Mouton de Boisdeffre

(Francia, 1839-1919)

Cavaliere della scuola d'equitazione dei Carabiniers.

Ha scritto : "Principes de cavalerie".

  

 

Louis  Seeger

(Germania, 1798-1865)

Convinto sostenitore del La Guérinière, fu maestro di Gustav Steinbrecht presso l’accademia di Berlino. Diversamente da E. F. Seidler, criticava aspramente il metodo baucheriano.

Ha scritto : “System der Reitkunst” - “Herr Baucher und seine Künste” -  “ Ein ernstes Wort an Deutschlands Reiter”  ("Monsieur Baucher and his Methods")

 

 

Jean Michel de Lamezan Conte di Salins

(Francia, 1752-1813)

Il comandante Jean de Salins spesso offriva ai suoi spettatori dei percorsi di perfetti salti, in cui si poteva ammirare la libertà del cavaliere e la fluidità del cavallo. Ma egli è ricordato anche per qualche demerito, difatti la severità del suo metodo segnò duramente il mondo del CSO.

 

 

Charles Hubert Raabe

(Francia, 1811-1889) 

Capitano, écuyer e autore di molte opere scritte sull’equitazione. Seguì a Saumur, nel 1842, il corso degli ufficiali istruttori. Qui subirà due influenze, inizialmente quella del comandante Rousselet, “l'uomo che sapeva parlare ai cavalli”, che lo influenzò nella ricerca della leggerezza; e in seguito quella di Baucher, invitato dal comandante de Novital, a dimostrare il suo nuovo metodo nel tempio dell'equitazione di Saumur. Raabe non partecipò al tirocinio di Baucher, riservato a 24 ufficiali dello stato maggiore della scuola di cavalleria e a 48 capitani e tenenti di altri reggimenti. Le lezioni si svolgevano cinque volte al giorno e Raabe, appena riusciva, presenziò come assiduo spettatore a molte lezioni. Baucher doveva insegnare a Saumur tre mesi, ma il generale de Sparre accorciò la sua missione ad un mese e mezzo. Raabe né fu  conquistato di primo acchitto e, ogni sera, metteva in pratica ciò che aveva visto e capito. L'ammirazione che professava verso Baucher, che tuttavia non gli aveva mai rivolto la parola, gli costò la promozione di sotto-cavaliere. Successivamente Raabe in seguito ad un lungo permesso andò a seguire a sue spese i corsi di Baucher a Parigi. Il maestro e l'allievo, questa volta, si parlarono lungamente e Baucher, constatando che aveva a che fare con un cavaliere d'eccezione, insisté per non essere pagato. Di ritorno al suo reggimento, Raabe fu nominato tenente ma contemporaneamente fu anche punito per insubordinazione per il suo rifiuto ad applicare il manuale ufficiale d’equitazione. Durante i trenta giorni di punizione, nella sua camera, scrisse “Manuale equestre per addestrare i giovani cavalli secondo i principi del sig. Baucher”, modificando leggermente il metodo di Baucher, per poter permetterne il suo utilizzo nell'esercito nonostante il discredito ministeriale. Nel 1847, scrisse a Metz, dove il suo reggimento sostava, “Riassunto della nuova scuola d'equitazione”. Nel 1848, Raabe divenne capitano, ma l'anno successivo fu mandato in pensione. Per quasi tre anni, Raabe darà corsi d'equitazione a Lunéville, quindi a Parigi, prima di essere ripreso in servizio ed essere destinato il 3 aprile 1852 ad un altro reggimento. Qui Raabe poté spiegare il suo metodo senza timore di dispiacere ad alcuni. Ma nuovamente la sua fervente ammirazione verso Baucher, comprometterà ancora unavolta la sua carriera. Nel 1847 egli si scontrò con il conte d’Aure, detrattore di Baucher e nominato primo cavaliere. Pubblicò a Marsiglia, dove il suo reggimento era in attesa di imbarcarsi per la guerra di Crimea, un pamphlet polemico intitolato “Esame del corso d'equitazione del Sig. d’Aure”. La critica al conte d’Aure costò a Raabe altri trenta giorni di punizione, scontati durante l'incrocio del Mediterraneo e del Mar Ner.  I frequenti ritiri in cella di rigore gli permetteranno di scrivere :“Esame del trattato di locomozione del cavallo relativo all'equitazione di M.J. Daude”, un ufficiale dei cacciatori d'Africa, ove criticherà spietatamente il manuale d’equitazione in uso. Il 5 dicembre 1861, venne pensionato per anzianità di servizio e divenne allora cavaliere istruttore a Parigi dove continuò a pubblicare regolarmente lavori diversi come : “La locomozione del cavallo”, “Hippo-Lasso”, “Metodo d'equitazione d'alta-scuola” e “Teoria ragionata della scuola di cavalleria a cavallo”. Il generale Decarpentry scriverà più tardi “Raabe ha studiato con perspicacia notevole la locomozione del cavallo e ne ha stabilito una teoria che lo classifica ai primi posti tra i maestri di ippologia. Cinquanta anni più tardi, il cinescopio confermò l'esattezza della maggior parte delle osservazioni che Raabe aveva fatto con il solo aiuto dei suoi occhi e la precisione delle sue deduzioni”. Raabe, alto 1,96m., prima di cominciare le flessioni, procedeva alla conquista dell'impulso sotto l'azione del frustino cosiddetto “cravache”, che, tra le mani di un cavaliere abile era una vera bacchetta magica. Decarpentry lo descrive all’età di 75 anni mentre addestrava la sua giumenta “Soucoupe”, che, “riformata dall’esercito, riusciva a percorrere al piccolo galoppo il maneggio in qualsiasi senso, ai cambiamenti di piede al tempo, tenuta in una mano alle redini lunghe da Raabe mentre con l’altra poggiava il cravache alternativamente su una e l'altra anca”.

Ha detto :  "Di tutti gli obiettivi necessari all'educazione del cavallo, il più importante è raggiungere la sua volontà"

Ha scritto : “Manuel équestre pour dresser les jeunes chevaux d’après les principes de M. Baucher” – “Résumé de la nouvelle école d’équitation – “Examen du cours d’équitation de M. d’Aure” -  “Examen du traité de la locomotion du cheval relatif à l’équitation du lieutenant Daudel” - “4 nouveaux « Examens »”   -  “La locomotion du Cheval “Hippo-Lasso” – “Méthode de haute-école d’équitation” – “Théorie raisonnée de l’Ecole du cavalier à cheval” – “Traité de haute-école d’équitation”.

 

 

Ernst  Friedrich  Seidler

(Germania, 1798-1865)

In contrasto con Seeger, fu un forte assertore di Baucher anche se ne ha rifiutato alcuni esercizi come il galoppo all’indientro.  Fu direttore della scuola militare di Schwendt .

Ha scritto :  "Leitfaden zur gymnastischen Bearbeitung des Campagne-und Gebrauchspferdes"  -  "Die Dressur diffiziler Pferde".

 

 

Antonio Locatelli

(Milano, 1825)

Traduce  e diffonde il metodo del La Guérinière.

Ha scritto :  “Il perfetto cavaliere

CONTINUERA'  LA  TRATTAZIONE  A  PRESTO  !

©  Article by Carlo BOCCUCCI