IL “KISSING SPINES”

(processi spinosi lambenti della colonna toracolombare nel cavallo sportivo)

 

La colonna vertebrale di un cavallo è suddivisa i cinque regioni: cervicale (7 vertebre), toracica (18 vertebre), lombare (6 vertebre), sacrale (5 vertebre) e coccigea (17-21 vertebre). 

Ogni singola vertebra è collegata da legamenti e circondata da muscoli. Inoltre, ogni vertebra ha una prominenza ossea che sporge detto “processo spinoso”, che è poco elevato nelle vertebre cervicali, è molto pronunciato nelle vertebre toraciche, lombari e sacrali, mentre è assente nella maggior parte delle vertebre coccigee. In un cavallo normale, i processi spinosi sono distanziati in modo uniforme, consentendo al cavallo di flettere ed estendere la schiena. In un cavallo affetto da Kissing Spines, i processi spinosi, soprattutto tra la 9^ e la 17^ vertebra, sono troppo vicini tra loro o addirittura si toccano. 

La mancanza di spazio tra i processi riduce la mobilità della schiena e provoca dolore durante il movimento poiché i processi spinosi interferiscono tra loro. Se i muscoli della schiena del cavallo non sono abbastanza forti, il cavallo non riesce a inarcare la schiena, ma la spinge verso il basso. Di conseguenza le spine neurali si avvicinano sempre di più e dall’attrito può derivare il dolore.

Tale condizione può verificarsi in qualsiasi cavallo, ma alcune razze, come i purosangue e i sangue caldo, sembrano svilupparla più di altre. I cavalli vengono diagnosticati più comunemente dai 10 anni di età in poi e il fenomeno  colpisce specialmente quei cavalli che sono stati sottoposti ad una intensa attività agonistica nel salto a ostacoli, o, comunque, montati da cavalieri e/o istruttori poco qualificati, dalla mano pesante, con poca esperienza e scarsa tecnica. 

I fenomeni di Kissing Spines si verificano tipicamente nelle ultime vertebre toraciche, proprio dove una sella e un cavaliere si siederebbero lungo la schiena del cavallo.

I cavalli con Kissing Spines possono mostrare una varietà di segni clinici, come scarse prestazioni o ridotta mobilità quando viene chiesto di flettere o estendere la schiena, fino a comportamenti più evidenti, come una reazione dolorosa alla palpazione della schiena, riluttanza a essere sellati o cavalcati, galoppi disuniti e continue sgroppate al galoppo. Questi problemi potrebbero causare anche l'insellamento della schiena, rendendo poco cavalcabile il cavallo. 

Con il giusto piano di allenamento messo in atto solo da un addestratore specialista che sappia gradualmente ginnasticarlo con esercizi di inarcamento della schiena per rinforzarne la muscolatura, una sella ben adattata e una cavalcata adeguata, si possono limitare gli effetti difensivi (sgroppate, galoppi disuniti, ecc...) del cavallo montato. 

Dunque è sempre raccomandato affidarsi all'occhio clinico e all'esperienza dell'addestratore professionista, che riesce a distinguere se una sgoppata sia frutto del temperamento del cavallo o di un forte dolore alla schiena. 

La “Rieducazione Posturale" del cavallo è una vera e propria disciplina che permette di ridare la giusta posizione di lavoro ai cavalli che l’hanno perduta. Difatti, molti cavalli montati bloccano istantaneamente la gabbia toracica, dove  siede il cavaliere. Questo difettoso atteggiamento rende difficile al cavallo l’utilizzo dei suoi mezzi naturali, come l’incollatura. La “Rieducazione Posturale" corregge le errate posture agendo sulle muscolature, decontraendone e rilassandone alcune e rinforzandone e tonificandone altre per ottenere dal cavallo montato la possibilità di completo utilizzo, da parte sua, del suo corpo.