Il Rollkur

UN DIBATTITO INFINITO

Nel 2009, il video che mostra la lingua blu di Watermill Scandic, montato da Patrick Kittel, durante il warm-up della qualificazione a Odense (Danimarca) della Coppa del Mondo di Dressage,  scioccò il mondo equestre portando in primo piano la discussione sull’iperflessione nel cavallo, un tema che da diversi anni era stato già discusso all'interno della FEI e che guadagnò nuovo impulso con quelle immagini.

La lingua blu di Watermill Scandic

Nel febbraio del 2010, sull’argomento la FEI pubblicò una sua nuova dichiarazione che, a differenza della prima, in cui affermava l’impossibilità di  verificare i mali del Rollkur negli animali, assume ora una posizione di netta condanna per qualsiasi pratica di iperflessione se usata con la forza bruta. Ma la “Tv Epona” che sollevò il caso, aveva consapevolezza delle conseguenze della divulgazione di questo video ? La lingua blu di Scandic, potrebbe essere l'unica conseguenza diretta dell’iperflessione ? L’amazzone olandese di dressage Anky Van Grunsven sostenitrice di questo metodo, risponde chiedendo a sua volta come si potrebbero spiegare i risultati ottenuti dai suoi cavalli e la longevità della loro vita. Il problema costringe tutt’oggi l’opinione pubblica a prendere posizione a favore o contro il Rollkur. Per capire perché ci sono opinioni così estreme nel dibattito in questione, bisogna ascoltare ed analizzare le  testimonianze degli addetti del settore, quali: addestratori, cavalieri, istruttori, giudici e veterinari. Ed è ciò che di seguito vi propongo !

Watermill Scandic in Rollkur

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IN PRINCIPIO ERA UNA PAROLA

L'iperflessione è un metodo la cui origine non è del tutto certa, per conoscere i suoi primi utilizzatori bisogna risalire al maestro d’equitazione dell'imperatore tedesco Guglielmo II, Paul Plinzner, che mutuò la tecnica dal «ramener outré» di Francois Baucher , metodo utilizzato poi anche da  James Fillis.

Paul Plinzner

Il maestro di equitazione, Filipe Canelas Pinto, nella sua tesi  «O Processo de Hiperflexão», afferma che: "si tratta di un metodo di lavoro in cui si insegna al cavallo un atteggiamento basso e  rotondo”, definendo quindi la tecnica con il termine anglosassone di "overbending". Solo successivamente la tecnica è passata a miglior conoscenza con il termine tedesco di "Rollkur"Nel 2006, in seguito ad approfonditi studi, il comitato della FEI concluse che “se l'iperflessione viene eseguita da allenatori competenti, per brevi periodi di tempo, non costituisce un danno al cavallo”.  Per chiarezza bisogna dire che Filipe Canelas Pinto, e lo afferma lui stesso,  non ha mai imparato né sperimentato personalmente questa tecnica, in quanto sostenitore fedele della più intransigente equitazione classica. Per scrivere dunque una tesi su questo argomento egli ha dovuto informarsi molto a riguardo ed ha dovuto aggiornarsi di continuo sugli sviluppi della discussione. Nell’equitazione moderna, uno dei principali nomi di rilievo che compare in tema di iperflessione è quello di Sjef Janssen, allenatore di Anky Van Grunsven, seguace degli insegnamenti dei grandi maestri d’equitazione come Steinbrecht, Nuno Oliveira  e  Von Neindorff.

Filipe Canelas Pinto

Secondo Filipe Pinto, e da qui trae origine la prima conclusione difesa dalla FEI, è proprio Janssen ad affermare che  "solo per breve tempo il cavallo deve essere sottoposto ad iperflessione”. Riguardo a definire questo tempo, Janssen risponde che tale decisione sarà discrezione dello stesso trainer e che, comunque, non tutti sono in grado di eseguire in modo corretto la suddetta tecnica. Janssen parla molto di sensibilità del trainer, in quanto il metodo usato correttamente varia a seconda del tipo di cavallo e della reazione che esso manifesta. Il processo stesso è molto semplice. “Si tratta di esaltare all’ennesima potenza la tecnica baucheriana di  «mano senza gamba e gamba senza mano» utilizzandola facendo avanzare di gran lena il cavallo. Il metodo tradizionalmente usato nel dressage prima maniera invece, prevede che il cavallo resti appoggiato alla mano, esercitando una pressione dalla gamba che spinge il cavallo fino alla mano e tirando indietro con la mano per fissarne la nuca. Tuttavia queste pressioni inibiscono la decontrazione del cavallo. Ciò non vale per il Rollkur dove è la mano per prima che tira e che cede quando sa che il cavallo sta per avanzare".

Per il colonnello Joaquim Arnaut Pombeiro, "l'iperflessione non è una tecnica equestre, perché coinvolge l'armonia e la bellezza che è già insita nel cavallo, ma si tratta solo di  qualcosa che serve a «spettacolarizzare» un esercizio a spese della sofferenza imposta da un essere razionale su  un compagno irrazionale.  Tecnica ? Processo ? Metodo ? Nulla di ciò, se non un bel trucco per ottenere risultati nelle competizioni, dove si demoralizza il cavallo, al fine di ridurlo in schiavitù e all’indegna condizione di fargli eseguire quello che si vuole.  Del resto, se per la gloria delle medaglie siamo stati capaci di sacrificare bipedi umani durante le guerre, perché non farlo con un semplice quadrupede equino per divertimento ?”.

Joaquim Arnaut Pombeiro

Un parere simile ha anche il colonnello Manuel Veloso. "Come in molte altre attività in cui si sostiene che «il fine giustifica i mezzi»,  così, per alcuni, l'iperflessione è giustificata anche dalla velocità e dalla spettacolarità dei suoi risultati. Se in molte situazioni è valida quella massima, nel caso in questione ciò non è affatto ammissibile. L'addestramento dovrebbe sempre cercare di promuovere lo sviluppo armonioso del cavallo, della sua forza e del suo controllo. Per questo è chiamata Equitazione Accademica; in quanto è per il rispetto verso il cavallo, per la razionalità e la finezza degli aiuti utilizzati che l'equitazione è considerata arte. Sono passati circa 2400 anni da quando Senofonte, militare, filosofo e addestratore, già sosteneva nel suo trattato d’equitazione come il metodo di addestramento dovrebbe basarsi sulla conquista della simpatia del cavallo, attraverso la conoscenza e l'uso della sua psicologia, difatti egli dice: «…l'obbedienza alla volontà è sempre meglio che l'obbedienza forzata».  Sembra proprio che l’iperflessione sia l'antitesi di questo puro concetto"

Nell'ottobre del 2009, durante una visita in Danimarca, Anky Van Grunsven fu interrogata dai giornalisti su questo argomento. L'amazzone Olimpica e Campione del Mondo e d’Europa, in risposta confermò la teoria del suo allenatore, "tutto dipende dal cavallo e dalle variabili circostanze". Anky, tutt’oggi, crede che non tutte le persone possono praticare l’iperflessione e che attraverso  questa pratica si ottiene la formazione di tutti i muscoli del cavallo, il che è fondamentale in atleti di alta competizione. Negando che si tratti di una lotta con il cavallo, scherzosamente fa presente come la lotta sia comunque impari, visto il confronto tra il suo ridotto peso e i 600kg di un normale cavallo da dressage. A proposito di quanto tempo si può trattenere un cavallo in quella posizione incappucciata, Anky evade la risposta commentando: "Non conto il tempo, in quanto ciò dipende dal tipo di cavallo e dal tipo di allenamento programmato", poi coglie l'occasione per sfidare i giornalisti in sala per assistere ad un suo allenamento con  orologio alla mano.

A Cancella Francisco de Abreu, cauto sostenitore di questo metodo,  è stata fatta una domanda simile: “c'è qualche limite all’iperflessione ?”. La risposta del tecnico è stata altrettanta vaga come quella di Anky. "Tutto ciò che è fatto male e per molto tempo, è dannoso, non solo il Rollkur". Francisco de Abreu, a difesa di Sjef Janssen, afferma che: “questa pratica può portare benefici per il cavallo in quanto, nel caso del trainer in questione è eseguita, con sufficiente esperienza e tatto. L'iperflessione è un esercizio ginnico estremo, cioè oltre la normale flessione longitudinale accettata più facilmente dal cavallo. Si tratta di una preparazione destinata al conseguimento di una maggiore flessibilità. Il cavallo abituato all’iperflessione risponderà immediatamente all’esercizio richiesto, mentre altri, nella stessa condizione, subirebbero probabilmente uno shock, disarcionando il cavaliere se necessario. E’ questo aspetto della iper-sottomissione che vedo vantaggioso, che spiega anche i successi ottenuti su misura per le esigenze e i limiti di ogni cavallo. Ma attenzione, perché il processo non è infallibile. Come si può vedere, Anky e Salinero hanno da tempo superato i limiti di questo sistema, facilmente verificabili da alcuni problemi che non possono più  controllare, come: la mancanza di immobilità negli alt obbligatori; l'ascesa della groppa nei cambi di mano; l'impossibilità di eseguire un giro d'onore senza mettere in pericolo la propria vita. Queste difficoltà sono il risultato di aver superato soventemente la durata utile di questa tecnica, per cui ora  l'incantesimo si rivolta contro il mago, il Rollkur per il cavallo non è più uno strumento per rilassarsi ma diviene una pressione psicologica. Qualcosa di profondamente sbagliato è successo, tuttavia sembra che Anky  sia più impegnata a vendere il sistema come infallibile, che a riconoscere e correggerne i propri limiti."

 Anky e Salinero.

IL PARERE DEI VETERINARI

Alcuni veterinari e terapisti fisici sostengono che questo processo di allenamento non danneggia gli animali, al contrario, porta al rilassamento dei muscoli dell’ilium spinale e dei glutei. Altri dicono che quando si lavora in iperflessione durante il warmups, l'evidente fatica fisica e psicologica si traduce in un migliore controllo del cavallo nel campo durante la gara. Alcuni studi veterinari dimostrano che nei cavalli che hanno lavorato in iperflessione, vi è un irrigidimento della mandibola e della lingua; la respirazione risulta alterata in quanto, con il collo iperflesso, la laringe è compressa; il campo visivo si riduce poichè l'animale non può vedere né davanti nè dietro il suo naso; spesso si riscontra sia l’assenza di concreti effetti per lo sviluppo muscolare del collo che ossificazioni di alcune zone della colonna vertebrale del cavallo. Il tutto conduce inevitabilmente ad una diminuizione della  concentrazione e dell’equilibrio.

Il colonnello Manuel Veloso, maestro d’equitazione, è anche  convinto che "quanto meno, la mente del cavallo, la sua gioia e la sua felicità durante il lavoro è forzatamente affievolita, se non assolutamente compromessa". Secondo il medico veterinario João Paulo Marques, "oggi non si può provare a quantificare il tipo di ripercussioni mentali che questa pratica crea nei cavalli”. Marques ha recentemente condotto uno studio a Utrecht, nei Paesi Bassi, la cui conclusione è stata che, “se il Rollkur è impiegato giudiziosamente, non porta conseguenze negative ma anzi che, può anche portare effetti benefici in termini di formazione muscolare attraverso il rilassamento dei muscoli dei glutei ileo-spinale, ecc. Ma dobbiamo sempre stare attenti a praticare questo esercizio in un cavallo sano !  In effetti, ci sono tanti  cavalli con problemi al livello del collo e con problemi neurologici dovuti dalla compressione del canale spinale, che se sottoposti a posizionamenti anomali ed esagerati, come presumibilmente capita con il Rollkur, a seconda della posizione delle lesioni, potrebbero riscontrarsi conseguenze di aggravamento congiunti alle precedenti problematiche. Gli aggravamenti potrebbero manifestarsi mediante sintomi di atassia o scoordinazione del treno posteriore".

Prudenti sono le parole di João Paulo Marques, che dice di avere "una opinione definita, ma un atteggiamento cauto. Probabilmente il metodo, non giudiziosamente impiegato, avrà senz’altro conseguenze negative anche su un cavallo sano. Oltretutto, non sempre è evidente ad occhio nudo la reale salute di un cavallo. Non basta dargli uno sguardo al trotto per sapere se ha problemi o no, per scoprirlo saranno comunque necessari opportuni esami clinici".

Carlos Pinto, cavaliere Olimpico portoghese che vive in Francia, difende la stessa teoria di Anky Van Grunsven riguardo la necessità di “lavorare su alcuni muscoli del cavallo per migliorarne le prestazioni”. Il cavaliere si spiega poi con un esempio:  "Lavorare incappucciato e fare un po' di iperflessione non è negativo, anzi, ci sono cavalli che non hanno muscoli nella parte posteriore e hanno bisogno di questo esercizio.  E' un po’ come una persona che fa le spaccate.  Un bambino «normale» di 12 o 13 anni non dovrebbe farle. Ma se si tratta di un atleta, si può lavorare anche su questo esercizio. Con il cavallo è la stessa cosa, ci sono cavalli più flessibili di altri, coloro che non lo sono, devono essere migliorati, per quanto possibile, per il rilassamento e la flessibilità. Il cavallo è colui che detta il tempo. L’incappucciamento può  diventare anche una forma di  ricompensa. Bisognerebbe  lavorare il cavallo in posizione orizzontale e in qualsiasi momento, quando il cavallo ha lavorato bene, dovremmo terminare con l’arrotondare in basso il collo per sentire se l'animale è rilassato e se sta dietro la mano. Tutto ciò ha comunque dei limiti, poiché non si può sempre lavorare in iperflessione, costringendo l’animale sempre allo sforzo, ciò non va bene.”

Per il colonnello Pombeiro, "fare del bene o fare del male al benessere del cavallo non può essere associato con il numero di volte in cui viene utilizzata l’iperflessione, perché il consiglio stesso di usare tale tecnica raramente, è la prova di quanto dannosa essa possa essere".

Carlos Pinto

SOTTOMISIONE O DECONTRAZIONE

Filipe Canelas Pinto non ha dubbi, "il Rollkur è una forma di sottomissione forzata. Da quello che so e che ho potuto vedere, questa tecnica  è molto aggressiva inizialmente per cavallo, e il risultato è identico per tutti i cavalli. Essi hanno una grande capacità di apprendimento, indipendentemente da ciò che gli si  insegna, memorizzano sia ciò che è buono che ciò che è negativo. Basta vedere i cavalli che hanno vinto le Olimpiadi, per notare che c'è poca flessibilità nelle articolazioni. C'è tanto movimento a scapito della  flessibilità”.

Per il maestro Manuel Joaquim Almeida, "il fenomeno di iperflessione è una tecnica utilizzata per ottenere  velocemente  un particolare scopo. Anche se esso sovverte i concetti classici, in quanto si sviluppa solo il controllo della parte anteriore del cavallo, il collo, la testa e la bocca. La riunione, come la intendiamo noi e come è descritta, dai maestri  della storia dell’equitazione, è un lungo e lento processo di maturazione, in cui si chiede al cavallo di rilevarsi davanti abbassando le anche e piegandosi sugli arti posteriori. Si ottiene maggiore riunione, favorendo l’avanzamento degli arti posteriori il più possibile sotto la massa e non il contrario. L'atteggiamento del cavallo in iperflessione con l’incollatura molto bassa e chiusa, quasi col naso sul petto, da la sensazione di grande tensione nella schiena senza effettiva riunione, fa pensare a chiunque, anche a chi non ha conoscenze veterinarie che in realtà essi soffrano ... ma ahimè i cavalli non parlano!"

Nuno Palma, una delle voci più avverse al Rollkur, ammette che “attuando a regola d’arte tale metodo, facilmente si evidenziano risultati di grande sottomissione del cavallo. In Germania e in Olanda, ho visto una grande  sottomissione dei cavalli durante il lavoro, ma una volta fermi, se li si osserva da vicino, è facile notare i loro occhi quasi fuori dalle loro orbite a dimostrazione del turbamento psichico che tale lavoro comporta“.

Carlos Pinto in risposta afferma che, "si tratta solo di una tecnica di rilassamento. Non è affatto un lavoro per  sottomettere il cavallo. Non si può fare iperflessione senza pensare che si tratti di fisiologica ginnastica. Non si può lavorare il cavallo pensando solo di doverlo dominare totalmente.”

IN TEORIA CAMBIA IL NOME, E IN PRATICA ?

Spesso sorgono domande sulle differenze tra un cavallo incappucciato, un cavallo in iperflessione e un cavallo rotondo. Cancella Francisco de Abreu, spiega tale differenza. "Incappucciato è il cavallo che decide di sottrarsi per sfuggire al contatto forte. L'iperflessione è una situazione simile, ma è il cavaliere che obbliga a sfuggire al contatto per migliorarne il  controllo. Rotondo è invece il cavallo che senza un’eccessiva presenza fisica del cavaliere, assume una postura sostenuta mediante un contatto leggero ed elastico, e questa è la soluzione ideale."

Nel febbraio 2010, l'ultima dichiarazione della FEI su questo argomento precisa che “bisogna comunque distinguere il Rollkur, che null’altro è se non una flessione del collo del cavallo ottenuta attraverso la forza bruta, pertanto inaccettabile, con la tecnica nota come LDR - Low (Basso), Deep (Disteso) and Round (Rotondo), con la quale si ottiene la flessione del collo senza intervenire con la forza." Per cancella Francisco de Abreu, “questa dichiarazione rappresenta una finta soluzione del problema da parte della FEI, utile per intrattenere i media, che hanno premuto per l'abolizione di questa tecnica, in quanto, di recente, si è dimostrata vantaggiosa solo per l’Olanda. Così la FEI calma anche le effervescenze degli "animalisti" nella loro campagna contro le sofferenze del cavallo.

LDR

Questa tecnica chiamata dalla scuola Baucherista "ramener outrée", praticata e ben descritta da Etienne Beudant, è stata portata per la prima volta ad un  concorso di dressage dalla Germania negli anni '90, precisamente da Nicole Uphof due volte campione olimpica con Rembrandt, cavallo estremamente distratto ma ben corretto con questa tecnica durante i warmups. I media allora hanno ignorato come mai la Germania vincesse spesso in quel periodo. Oggi che le vittorie non sono più solo tedesche, l’indice rivolto contro il Rollkur assume quasi un significato politico. La Germania ha aperto le ostilità mediante un video spettacolare e un libro di condanna del Rollkur, frutto del lavoro del dottor Heuschmann. Di lì a poco, la follia umana ha indotto il dottor Hartamm dell'associazione «Amici dei piedi del cavallo», ad affermare che in futuro non si dovrà mai  più cavalcare un cavallo, dimostrando, con gli effetti speciali di un video,  come i loro  metacarpi subissero nel lavoro in piano pressioni di 1.090Kg e nel salto di 20.019Kg!"

Nicole Uphoff e Rembrandt

Sull'ultima dichiarazione della FEI, il dottor João Paulo Marques, ritiene che essa stia “recitando la parte di Pilato, in quanto scopre una serie di domande che però non cerca di risolvere, anzi ne demanda la soluzione affidandosi alla discrezione dei giudici di gara che potranno valutare a seconda delle circostanze. Occorre come per molte cose nella vita, prima di tutto il buon senso: buon senso nel chiedere gradualmente al cavallo attraverso un lavoro progressivo; buon senso nel giudizio dei commissari; buon senso nel valutare il livello di sforzo ecc… A tale riguardo sembrerebbero opportune le parole ancora attuali del maestro Nuno Oliveira: «…è molto importante permettere al cavallo di assumere un atteggiamento del collo che favorisca lo sviluppo della forza propulsiva del posteriore . Avere un cavallo non vuol dire solo fargli eseguire ampi movimenti e belle andature, ma significa avere un cavallo equilibrato, felice e senza resistenze.»”.

Nuno Oliveira.

I GIUDICI

Per il cavaliere Nuno Palma "serve a poco vietare il Rollkur nelle prove, quando molti cavalieri continueranno a praticalo a casa loro. Un cavallo che conosce già la lezione di non resistere alla mano, in durante il warm-up pre-gara resterà in quella posizione incappucciata senza presentare alcuna resistenza”. Per il cavaliere Filipe Canelas Pinto, “nessuno può impedire ai cavalieri di addestrare i cavalli utilizzando il Rollkur, a meno che non si metta un poliziotto in ogni casa di ognuno di loro ! La FEI non può vietare qualcosa che non può controllare".

Mariette Withages, giudice ed ex presidente del Comitato di Dressage ha chiarito la sua posizione. "Tutti i Dressagisti sono contro ogni tipo di abuso del cavallo durante il warm-up e durante la sua preparazione. La responsabilità è dei cavalieri e dei trainers meno coscienziosi. I commissari, che hanno un ruolo chiave durante le gare, dovrebbero avere il controllo e la supervisione del campo di riscaldamento pre-gara, dovrebbero ricevere istruzioni dai giudici per essere certi che talune performance non siano il risultato di un trattamento scorretto sul cavallo. Tuttavia, il codice FEI per i giudici di dressage afferma semplicemente che «un giudice deve essere neutrale, indipendente ed equo». Per cui un giudice dovrà valutare solo ciò che vede”. Per il colonnello Pombeiro, “la prossima volta che si dovrà utilizzare l’iperflessione, dovrà essere solo per studiarne la reale dinamica e verificarne l’effettivo dolore che essa provoca. La stessa FEI che concettualmente auspica il cavallo come «un’atleta felice», si propone ora di valutare con più precisione in che misura il dolore causato dal famigerato "Rollkur" possa compromettere la loro felicità. Ma forse dovremo aspettare che Anky vada in pensione, per conoscere la verità su questo insolito fenomeno. Comunque, lo scorso febbraio la FEI ha comunicato di aver formato un gruppo di lavoro, guidato dal presidente della Commissione di Dressage Frank Kemperman, per elaborare norme per i commissari, in modo che l'attuazione della nuova politica sia meglio implementata. Il problema è però sapere come attuare tali norme in pratica”.

Hubertus Schmidt e Mariette Withages.

FAVOREVOLI E CONTRO

Come trainer Cancella Francisco de Abreu rivela la sua esperienza. "Ho lavorato molti cavalli in  iperflessione perché non avevano muscolatura sufficiente nel collo o sulla schiena, fino ad ottenere il risultato desiderato, anche dopo solo pochi mesi. Ciò mi permette oggi di conoscere meglio di altri le qualità del sistema adottato. Più di recente, durante l’allenamento, intercalo l’iperflessione occasionalmente, alternandola ad alcuni esercizi, come transizioni etc…, che ovviamente il giorno successivo posso ancora variare. Credo che in questo modo i risultati siano meno invasivi, più soddisfacenti e più spettacolari. I cavalli così montati hanno più consapevolezza di tutti quei movimenti che la loro anatomia gli permette. Variando le tecniche, siamo più certi di aver lasciato spazio per una maggiore decontrazione e benessere del cavallo che viene dalla sua distensione.  Tuttavia, l’iperflessione è consigliata solo tra le mani di cavalieri molto esperti. Ho visto risultati deplorevoli di queste tecniche, che danno ragione al dott. Heuschmann. Io credo che la soluzione per accettare l’ormai migliorata LDR Rollkur, sarebbe quella di consentirla solo in riscaldamento con un semplice filetto e senza redini ausiliarie. Si avrebbe più certezza che quell'atteggiamento è consentito dal cavallo e non sia dovuto ad una gratuita violazione della loro dignità. Ecco perché oggi taluni commissari ne hanno semplificato la vita, approvandone l’uso durante il  riscaldamento in campo prova”.

Dr Heuschmann

Per Nuno Palma, "forse ci sono momenti in cui il cavallo dovrà essere incappucciato, ma dopo una settimana di lavoro, forse non è nemmeno più necessario. L’Iperflessione in modo permanente non è necessaria e il 90% dei cavalieri sanno di non farla !"

Filipe Canelas Pinto invece ritiene sempre che questo non sia il miglior metodo di allenamento del cavallo e che "l’iperflessione sia una moda che alla fine svanirà."  In ogni modo sia l’addestratore che il cavaliere unanimemente affermano: "soprattutto, la gente impari a rispettare di più  i cavalli. Chi vuole fare un utilizzo sportivo del cavallo, non può dimenticare che, a discapito dei risultati, c'è il rispetto per l'animale che deve essere sempre al primo posto. Le performance giornaliere che richiediamo al nostro cavallo, non possono essere ottenute a scapito del benessere del cavallo o del suo rispetto".

©  Article by Carlo BOCCUCCI

spunti e revisioni da art. di Ana FILIPE della “Revista Equitação”, n.83.