BAUCHER E LA SCUOLA CLASSICA DI LA GUÉRINIÈRE

François Robichon de la Guérinière (1688-1751)

François Baucher (1796-1873)

La scuola di Versailles ha contribuito maggiormente rispetto ad altre allo sviluppo dell’equitazione in Europa . È stata fondata da Luigi XIV e dall'allievo del Vendeuil, il La Guérinière le maître par excellence  che, diversamente da come molti pensano, non restò tutta la vita a Versailles, in quanto fu anche maestro a Parigi presso le scuderie di Luigi XIV dal 1730 fino al 1751, data della sua morte.  François Robichon de la Guérinière  scrisse “Ecole de Cavalerie”    , il primo trattato nella storia dell’equitazione che sviluppava un metodo progressivo, logico e razionale per l’addestramento del cavallo.  Ad oggi tutte le scuole moderne si dichiarano sostenitrici e seguaci dell’  “Ecole de Cavalerie”  del La Guérinière, sviluppandone principi e contenuti.

Baucher visse nel XIX secolo e pubblicò il libro  “Méthode d’équitation”  in cui spiegava le sue nuove tecniche e dove presentava un metodo di addestramento più adatto al tipo di cavallo  che cominciava ad essere utilizzato nella sua epoca: il Purosangue inglese; di certo molto differente dai cavalli barocchi, massicci e linfatici dell'epoca del La Guérinière.

La mia intenzione è quella di cavalcare alcuni aspetti dei due filoni di pensiero per effettuare, in  modo succinto, un’analisi delle due visioni dell’equitazione più importanti della storia : La Guérinière e Baucher.  Il tutto, al fine di rivalutare il ruolo che entrambe i teoremi occupano nella mirabolante orbita dell’equitazione classica.  Per attendere a ciò, è doveroso, quindi, riaccreditare il pensiero baucheriano, spesso, superficialmente e a torto mal compreso;  soprattutto riconsiderandolo in un’altra dimensione, diversamente come è stato fatto in passato anche dai suoi proseliti.   E’ necessario innanzitutto avvalorare l’interpretazione di taluni che si riferiscono alla scuola del La Guérinière come un “metodo” e alla scuola del Baucher come “sistema”; come già supporta la tesi di D. Diogo de Braganca riferita nel suo libro L’Équitation de Tradition Franςaise”  e riportata più avanti.  Successivamente, apparirà ovvia la conclusione che sia possibile e persino preferibile la convivenza del  metodo classico della “vecchia scuola” del La Guérinière, con le tecniche proprie del Baucher.  Tale conclusione potrebbe essere confermata anche in virtù del fatto che, allo stato odierno, la reintroduzione massiva del purosangue inglese nell’allevamento equino di tutte le razze  sta comportando un'involuzione verso soggetti di gran temperamento, molto nevrili, facilmente “impulsionabili” e di sofisticato equilibrio psico-fisico, ma di impressionanti doti tecniche riguardanti i  movimenti. Inoltre oggi molti dei migliori cavalieri appartenenti alle più svariate discipline, usano, talvolta inconsapevolmente, la combinazione La Guérinière-Baucher, pur esecrando in modo incompetente la validità metodologica del secondo maestro.  Mentre tutti riconoscono, giustamente, i meriti di La Guérinière e del suo metodo, Baucher, spesso male interpretato,  è stato talvolta oggetto di campagne di vilipendio;  si menziona ad esempio la definizione che ne dette il maestro prussiano Louis Seeger quando lo etichettò come “la pietra tombale dell’equitazione classica”, per non parlare del disprezzo che ebbe Antoine d'Aure verso il suo metodo, come, più tardi, dell’avversione che ebbe per il baucherismo Gustav Steinbrecht . Persino oggi i seguaci di Baucher sono guardati con sospetto, tuttavia è facilmente dimostrabile come le tecniche di derivazione baucheriana per addestrare un cavallo a sangue caldo, più leggero, più agile e di più complessa gestione, non sono in contrasto ma addirittura salvaguardano, completano e convalidano gli insegnamenti della “vecchia scuola”. Anche quando Baucher, esaltato dai positivi e convincenti risultati del suo metodo, battibeccando con il suo diretto antagonista Antoine d’Auré, dichiarava testualmente: “nessuno prima di me ha mai compreso la riunione” ,  è semplicemente travolto da nervosismo polemico con il suo interlocutore e non esprime certo questo suo pensiero per presuntuosa convinzione; difatti egli stesso non ha mai rinnegato il valore della teoria del suo illustre predecessore La Guérinière.

 

 Il metodo in breve di : François Robichon de la Guérinière 

Il metodo di La Guérinière è fondato sugli "esercizi di ginnastica del cavallo" che devono essere al tempo stesso progressivi e graduali, come logici e razionali. Con l'eccezione dei pilieri, che sono utilizzati soltanto in quelle scuole in cui è usato il cavallo iberico o lipizzano, questo è il metodo che tutte le scuole, cosiddette classiche, seguono o almeno qualcuna è convinta di seguire. Questa precisazione è d’uopo in quanto alcune scuole europee talvolta si allontanano inspiegabilmente dai principi o dalle tecniche descritte da questo metodo.  “L'obiettivo dell’equitazione della vecchia scuola era di permettere ai cavalli di acquisire un equilibrio che gli permettesse di effettuare nella calma tutte le  Arie alte.”  (D. Diogo de Branganca: L’Equitation de Tradition Française).
Per poter ottenere un grado di “riunione” che possa permettere queste Arie, il cavallo verrà addestrato attraverso esercizi di ginnastica basati sulle cosiddette “azioni generali”, ossia coinvolgendo in toto il cavallo nell’azione, invitandolo ed incitandolo cioè ad usare tutto il suo corpo. “Gli esercizi della vecchia scuola non avevano l'obbiettivo di migliorare una parte del corpo del cavallo, come per esempio la mascella, la nuca o la groppa, ma miravano, attraverso l’assillante sviluppo del movimento in avanti del cavallo, spinto da un’assetto ricercato del cavaliere e dall’uso frenetico degli aiuti di gamba e di frusta, a muscolarlo nel suo complesso per renderlo più atletico e più in equilibrio.”  (D. Diogo de Branganca: L’Equitation de Tradition Française).
La Guérinière, citando Salamon de La Broue, allievo del maestro italiano Pignatelli, dice a riguardo: “Non si può definire un cavallo ben addestrato se non è elastico e flessibile, obbediente e preciso; ma se un cavallo non ha un fisico completamente elastico e flessibile, non potrà mai obbedire ed essere preciso nell’esecuzione delle sue Arie.”  (François Robichon de la Guérinière : Ecole de Cavalerie)
Ancora secondo La Guérinière: “l'elasticità si ottiene a cominciare dal lavoro in dirittura al trotto, che è l'andatura più naturale per il cavallo.  Si otterranno poi i migliori risultati dal punto di vista dello sviluppo della flessibilità e dell’elasticità quando, durante questo esercizio al trotto, introdurremo la spalla in dentro. Così facendo il cavallo imparerà ad obbedire alla mano e all’azione delle gambe, quindi a rispondere ai principali aiuti del cavaliere. Poi si useranno le fermate,  le mezze-fermate e la redine d’appoggio per mettere il cavallo sulle sue anche, ma anche per renderlo piacevole e leggero alla mano e per introdurlo nella riunione.”  […] “La lezione della spalla in dentro fornisce tali ottimi risultati che la considero come  l’inizio e la fine di tutte le lezioni che possiamo dare ad un cavallo per ottenere una flessibilità totale e una perfetta libertà nelle azioni di tutto il suo corpo.”  (François Robichon de la Guérinière : Ecole de Cavalerie)
Dopo la descrizione di tutto il lavoro su due piste, del lavoro tra i pilieri e di altri esercizi di ginnastica utili  ad intensificare e sviluppare la capacità del cavallo ad ottenere un alto livello di riunione cosiddetto rassembler, La Guérinière termina quindi con la descrizione dell’addestramento delle Arie basse  e delle Arie alte.

 

 Il metodo in breve di : François  Baucher

Ogni volta che compare un nuovo tipo di cavallo, caratterizzato da diversa conformazione e temperamento, un nuovo sistema di equitazione compare.”  (D. Diogo de Branganca: L’Equitation de Tradition Française)
Il metodo di Baucher compare con i purosangue e con quelle razze di cavalli, come l’arabo, che  vengono utilizzati o negli eserciti di cavalleria militare o in nuovi lavori, come il controllo del bestiame;  cavalli certamente diversi da quelli della “vecchia scuola”.  Nel diciannovesimo secolo le Arie alte non erano più l'obiettivo principale dell’equitazione, così il grado di riunione necessario da richiedere al cavallo non doveva essere a tutti i costi così alto. Inoltre, in quest’epoca si comincia a pensare che l'allungamento delle andature fosse una pratica necessaria affinché l'istruzione del cavallo potesse essere considerata completa. Chi si accingerà a seguire alla lettera il metodo di equitazione come è stato descritto da Baucher, senza interpretarlo nella giusta misura e senza integrarlo col metodo classico, si troverà , ahimè,  alla fine su un cavallo con molti problemi come di seguito spiegherò.  Le critiche a Baucher cominciano dalla sua affermazione: “sostituire le forze istintive del cavallo da quelle trasmesse dal cavaliere”.  Ma, per sostituire le forze istintive dobbiamo innanzitutto distruggerle e si capisce da subito come la parola “distruggere” inneschi già di per sé forti dubbi e polemiche.  Inoltre, come è immaginabile, un cavaliere non può “trasmettere” le sue forze ad un cavallo.  Successivamente in un'edizione postuma del suo metodo Baucher si correggerà spiegando che “il cavaliere può dirigere ed utilizzare le forze del cavallo”.  Comunque sia, anche il metodo di equitazione del La Guérinière mira a controllare la forza muscolare del cavallo, arrivandoci però in modo indiretto, attraverso gli esercizi di ginnastica progressiva;  viceversa Baucher ottiene ciò con una tecnica diretta conosciuta come “effetto d’insieme” o “effet d'ensemble” ; una tecnica potente che è molto difficile da applicarsi senza una preparazione molto accurata. L'effetto d’insieme consiste nell'uso simultaneo degli aiuti impulsivi, cioè le gambe e degli aiuti di contenimento, cioè le mani, generando un’istantanea opposizione che elimina completamente qualsiasi iniziativa del cavallo. A seconda di come l’impiegheremo, l'effetto d’insieme o immobilizzerà il cavallo o farà mantenere al cavallo l'impulso e l’equilibrio necessario.
“L'effetto d’insieme, in primo luogo, deve essere insegnato al cavallo fermandolo tempestivamente, creando con le mani una continua trazione sulle redini e allo stesso tempo, stabilendo un contatto con le nostre gambe sui suoi fianchi.  Unendo queste azioni, proviamo ad ottenere l'immobilizzazione, ma senza mai liberare le nostre gambe o aprire mani. Immediatamente, quando otteniamo l'immobilizzazione voluta, apriamo le nostre mani e lasciamo andare in avanti il cavallo.  Solo dopo che e ripartito in avanti dobbiamo generosamente ricompensarlo.  E’ chiaro che l'effetto d’insieme senza una confermata flessibilità generale del cavallo, non avrà la sua efficacia attesa.”
(François Baucher: Methode D'Equitation).
Secondo Baucher, per raggiungere una buona flessibilità generale bisogna usare le cosiddette “azioni parziali”, cioè attivare un lavoro di decontrazione su singole parti anatomiche del cavallo . “Innanzitutto dobbiamo rendere la mascella del cavallo flessibile tramite un'azione sull’imboccatura effettuata da terra o montando il cavallo e invitandolo a decontrarre la mascella; poi renderemo flessibile la nuca e il collo con un'azione delle nostre mani sull’imboccatura, ottenendo una flessione verticale e un piegamento o una flessione laterale; continueremo con l’insegnare al cavallo a flettere gli arti posteriori allenandolo a cedere alla pressione delle nostre gambe e tirando le redini indietro. È importante rendere il cavallo flessibile alla fermata dal movimento in avanti sia montato che da terra, cercando di non permettere che le altre parti del cavallo partecipino in queste azioni. Per esempio quando agiamo con la gamba, vogliamo immobilizzare i posteriori del cavallo e il treno anteriore non deve partecipare a questa immobilizzazione. Così, durante le flessioni laterali del collo, le altre parti del cavallo dovranno rimanere immobili e mai seguire la flessione.” (François Baucher: Methode D'Equitation).

Abbiamo parlato delle cosiddette “azioni parziali”, tuttavia, bisogna ricordare che la trazione della redine indietro riguarda un' ”azione generale”. Soltanto quando otterremo la “flessibilità parziale”, potremo insegnare al cavallo a capire e rispondere all' ”effetto d’insieme”.  Per ricapitolare, con queste tecniche la leggerezza è cercata a cominciare dal rilassamento della mascella ottenuta dalle flessioni a terra, in quanto, per Baucher, “tutta la resistenza inizia con le contrazioni della mascella” così se riusciamo a decontrarre la mascella del cavallo, otterremo il rilassamento di tutto il corpo del cavallo; ottenendo di conseguenza anche equilibrio e leggerezza.  Quindi, per Baucher, la contrazione della mascella di un cavallo è “causa e non effetto” .  Per la “vecchia scuola” invece, la contrazione della mascella è il risultato della perdita di equilibrio e quindi della rigidezza generale del cavallo, insomma è “effetto e non causa”.  Tuttavia bisogna ricordare che è proprio il principio appena descritto  a caratterizzare tutto il metodo baucheriano.  Per la “vecchia scuola” la leggerezza è conseguente alla flessibilità e all'equilibrio generale del cavallo.  Ciò non significa che le flessioni della mascella di tecnica baucheriana non sono importanti, penso che in alcuni casi siano addirittura fondamentali, in modo particolare con i cavalli già addestrati che sono molto pesanti nel contatto ed hanno l'abitudine di contrarre sempre la mascella.  Ho sperimentato ciò, soprattutto quando ho dovuto rieducare i cavalli precedentemente allenati alle corse su pista.  Quando sembra che non possiamo risolvere la resistenza con i normali aiuti, procediamo ad un'altra tecnica di Baucher, che prevede l’ “interruzione della resistenza e del movimento”.  Questa tecnica consiste nel fermare il cavallo, ristabilendo l'equilibrio ed il rilassamento dei muscoli che hanno provocato quella resistenza, fino a che non ristabiliamo la calma e l'armonia del cavallo.  Per esempio, "quando dopo un trotto allungato si fa una transizione al trotto riunito e il cavallo perde il suo equilibrio cadendo sul treno anteriore, ci fermeremo per recuperare il suo equilibrio e subito dopo riprenderemo il trotto riunito." (François Baucher: Methode D'Equitation).  Oppure, come Michel Henriquet spiega nel suo libro “Henriquet on Dressage”: “quando si esegue un’appoggiata, bisogna mantenere la curvatura del cavallo anche dopo l’alt, ciò permetterà di migliorare l’appoggiata e di correggere la posizione dei posteriori e della curvatura del cavallo.”  Fermare ogni attività appena compare una resistenza e intervenire subito dopo con “l'effetto d’insieme” è dunque il concetto baucheriano della prima maniera.  Nella cosiddetta sua seconda maniera, Baucher fa addirittura un distinguo e specifica che, “nel caso di una resistenza di opposizione del cavallo come le contrazioni muscolari, si dovranno usare le vibrazioni delle mani, ossia agitare regolarmente e in modo chiaro le redini. Nel caso invece di una resistenza di peso, come una perdita di equilibrio, si dovranno usare le mezze-fermate, ma solo con le mani senza far seguire  le gambe del cavaliere nell’azione.” (François Baucher: Methode D'Equitation).     La “discesa della mano”  è una interruzione volontaria del contatto voluta dal cavaliere e si usa sia per verificare che il cavallo resti volontariamente e autonomamente negli aiuti, concedendo libertà sulla fiducia, in inglese  “selfcarriage”, e sia per incoraggiarlo ad agire in tal modo per non renderlo sempre dipendente dagli aiuti nella ricerca del suo equilibrio.  La Guérinière usava questa tecnica e Baucher bene descrisse come “le maitre de Versailles” la utilizzasse.  Baucher va anche oltre raccomandando anche la “discesa della gamba”, ossia l’interruzione del contatto delle gambe del cavaliere sui fianchi del cavallo o, addirittura, l’arresto dell'azione della gamba sempre per ottenere lo stesso obiettivo.  La discesa delle mani si ottiene quando il cavaliere scende avanti nella sella abbassando le sue mani per interrompere ogni contatto, ma è praticabile solo con un cavallo già avanzato nella scuola.   Un cavallo che saprà cercare il suo equilibrio e il suo impulso da solo, dimostrerà così di essere ben bilanciato.  Il risultato di “selfcarriage” che deriva dalla “discesa delle mani”, è tipico anche della tecnica di “distensione dell’incollatura” , in tedesco “uberstreichen” , che consiste nel “distendere le braccia e le mani lungo il collo del cavallo mentre questi avanza per interromperne il contatto con la sua bocca. Questa tecnica dovrebbe essere utilizzata all'inizio di ogni sezione di addestramento non solo con cavalli giovani in doma, ma anche con cavalli che già conoscono gli aiuti e che sono in grado di utilizzare il proprio equilibrio.” (François Baucher: Methode D'Equitation).   Un’altra tecnica fondamentale del sistema di Baucher si riferisce “all’arresto di tutte le azioni da parte del cavaliere quando si ottiene il movimento richiesto. Se questo si esercita in modo corretto, produrrà un cavallo molto fine dal punto di vista dell’obbedienza agli aiuti e disponibile al selfcarriage”. (François Baucher: Methode D'Equitation).   Difatti, come raccomandato dall'articolo 401 del regolamento F.E.I. : “Il cavallo dà così l'impressione di lavorare di sua iniziativa. Fiducioso e attento, si affida generosamente alle richieste del suo cavaliere.” Tuttavia questo articolo è raramente seguito sia dai cavalieri, in quanto  spaventati di perdere il controllo del cavallo, sia dai giudici, in quanto non lo considerano estremamente importante.  Commenta Nuno Oliveira a rigaurdo dell'effetto d'insieme : "qualche anno fa il colonnello Legarde mi raccontò che, mentre era di stanza in Africa del Nord, il capitano Beudant dovette presentare il proprio cavallo Mabrouk nel corso di una festa equestre, prima della fantasia araba. I cavalieri arabi, avendo sbagliato orario, arrivarono al gran galoppo sulla pista dove Beudant lavorava il proprio cavallo in alta scuola. Beudant lo fermò allora con l'effetto d'insieme, senza che il cavallo muovesse un orecchio.  Passati gli arabi riprese un piaffer maestoso in perfetta cadenza.  Ecco la potenza dell'effetto d insieme.  Oggi, nel mondo del cosiddetto dressage, i cavalli vincitori, usciti dal rettangolo, di fronte al rumore e agli altri cavalli, si comportano come animali non addestrati."  (Nuno Oliveira: Riflessioni sull'arte equestre).   La pretesa di Baucher di aver reinventato l’equitazione ha però una piccola pecca, difatti egli ha sbagliato a non aver mai parlato né accennato della spalla in dentro.  È qui che è venuto a mancare drasticamente, inoltre il lavoro laterale che utilizzava e predicava risulta essere più una cessione alla gamba senza incurvatura del cavallo.  I suoi cavalli e quelli addestrati col suo metodo, sono giudicati mancanti di flessibilità laterale del tronco.  Questa è stata sempre la critica più frequente fatta ai cavalli addestrati alla maniera di Baucher.  Inoltre, l'effetto d’insieme fatto in modo errato può far perdere al cavallo l'impulso, ma se unito con frequenti transizioni energiche in avanti mediante l'uso delle sole gambe, gambe senza mani dunque, questo pericolo cesserà di esistere.  Anche “l’arresto di tutte le azioni” richiesto troppo frequentemente può far perdere impulso al cavallo.  Ricapitolando, se queste tecniche non si usano in modo corretto, potrebbero ritorcersi contro l’addestramento del cavallo.  Il Baucher della seconda maniera pur sviluppando nuove tecniche, conserva i precedenti obiettivi e principi, come l’uso di “mani senza gambe e gambe senza mani”.  A mio avviso, il modo più logico di utilizzare tale tecnica e comunque più vicino all’intenzioni di Baucher, sarebbe quello di attuarla nell’equitazione elementare, ossia all'inizio dell'addestramento.  Solo quando i cavalli capiscono mani e gambe, obbedendo a loro senza esitazione, potremo unire entrambi le azioni.  D. Diogo de Bragança nel suo libro precisa come la tecnica “mani senza gambe e gambe senza mani“ abbia nell’equitazione superiore troppi teorici, comunque, forse dovremo considerare l'interpretazione data dal Generale Decarpentry, secondo cui “non si deve mai aumentare l'azione di una nello stesso momento che aumentiamo l'azione dell'altra.”   Baucher, dobbiamo ricordarlo, ha mostrato in pubblico primo tra tutti i cambi di galoppo al volo tempo-tempo, è evidente dunque come egli abbia contribuito tantissimo allo sviluppo dell’equitazione nonostante le critiche di coloro che non lo hanno mai studiato o non ne hanno mai sperimentato il suo metodo.  Se non fosse mai esistito La Guérinière, Baucher sarebbe stato il più grande genio del mondo equestre.  Ho appena descrittto di ciò che possiamo e dovremmo unire delle due visioni di Baucher e La Guérinière per esercitarci in una equitazione che sarà razionale e realmente efficace, come anche il maestro Nuno Oliviera seppe fare coniugando appunto le due famose teorie.

 

Concludendo :

In primo luogo dobbiamo ammettere che non è possibile costruire un cavallo di scuola senza la spalla dentro. La Guérinière diceva che questa sarebbe dovuta essere “la prima e l’ultima lezione da dare ad un cavallo”;  Nuno Oliviera a riguardo diceva : “la spalla in dentro è l’aspirina dell’equitazione”.  Dunque cominciamo con la spalla in dentro e una volta che il cavallo sa eseguirla, agiamo con la discesa della mano dal lato del piegamento, per far prendere al cavallo l'abitudine a conservare la spalla all’interno della pista, senza che sia necessario l'uso costante degli aiuti.  Questi saranno comunque pronti ad intervenire nel caso di una perdita di equilibrio o di impulso.  Quando troviamo una resistenza che non possiamo risolvere immediatamente, allora fermiamoci, recuperiamo l'equilibrio, ristabiliamo calma e armonia, quindi riprendiamo nuovamente ciò che stavamo eseguendo.  Insegniamo le flessioni della mascella e del collo ed usiamole ogni volta che necessario.  Insegniamo al cavallo a cedere alla gamba isolata come spiegato prima. Insegniamo l'effetto d’insieme ed uniamo questo esercizio con le transizioni di partenze energiche.  Teniamo il cavallo sempre pronto a rispondere agli aiuti nelle partenze, sempre davanti alle gambe. Insegniamo al cavallo a decontrarre la mascella, in primo luogo nella fermata e poi in movimento.  Usiamo l'effetto d’insieme, le vibrazioni e la mezza-fermata ogni volta che il cavallo mostra perdita di equilibrio o quando compaiono le contrazioni.   Penso di aver spiegato come possiamo e perché dobbiamo unire il metodo di La Guérinière e il sistema di Baucher.  Non dovremo  mai dimenticare l'insegnamento ed i principi di La Guérinière, che per primo ha esposto un metodo che è allo stesso tempo progressivo, graduale e , soprattutto, logico e razionale, avente come obiettivo la costruzione del cavallo atleta, sempre comodo nel lavoro richiestogli.   Nuno Oliviera in modo chiaro avvalora la mia tesi esprimendo come : “tutti i miei allievi ricevono le stesse lezioni, alcuni preferiscono seguire di più La Guérinière, altri di più Baucher, ma tutti uniscono entrambi.” Gli istruttori spesso parlano e scrivono circa le “mani senza gambe e gambe senza mani” come se fosse una nuova tecnica sviluppata da loro. Questo argomento è un pò il dilemma del dressage contemporaneo.  Se si leggono alcuni libri moderni di equitazione, troveremo spiegate alcune delle tecniche di Baucher molto alla lettera.  Per esempio Kyra Kyrklund  scrive: “non utilizzo le mie gambe quando voglio rallentare o arrestarmi” ; ed ecco comparire le “mani senza gambe” di Baucher.  Altra tecnica fondamentale del sistema di Baucher ripresa da Kyra Kyrklund  è quella di “arrestare tutte le azioni del cavaliere quando si è ottenuto il movimento voluto, […] ciò, se praticato già dall'inizio dell'addestramento, condurrà ad un cavallo molto fine dal punto di vista dell’obbedienza agli aiuti”.   Decarpentry descrive tutte le tecniche di Baucher senza averle mai messe in atto, mentre Steinbrecht, l’ostile accusatore di Baucher, in qualche capitolo del suo libro “Das Gymnasium des Pferdes” spiega alcune sue tecniche che purtroppo coincidono esattamente con quelle del Baucher.   Potrei fare molti altri esempi, ma penso che chiunque arrivi alla stessa mia conclusione: “la moderna equitazione classica non è null’altro che la combinazione del metodo di La Guérinière con alcune delle tecniche di Baucher”.  Il moderno Rollkur, così discusso al giorno d'oggi, potrebbe avere un precedente storico nel “ramener outre” di Baucher, ossia quella “richiesta ad oltranza del piazzamento verticale dell’incollatura del cavallo” che, usata maldestramente ed eccessivamente, potrebbe arrecare danni seri al fisico del cavallo;  pertanto necessita anche ribadire che non tutte le tecniche del Baucher sono degne di emulazione ma che sono necessarie per giungere ad un completo sviluppo mentale e fisico del cavallo, se sono ben integrate nel metodo progressivo e razionale del La Guérinière.

©  Article by Carlo BOCCUCCI